L’architetto Laura Lampugnale sviluppa progetti di architettura e di interni in ambito residenziale, turistico ricettivo, direzionale e commerciale oltre a quelli più recenti alla scala urbana e dello spazio pubblico. La sua esperienza è maturata a Milano dove ha coordinato progetti di grande scala negli Emirati Arabi. Oggi il suo studio associato, Atelier Lampugnale Morando opera nel Lazio, in Campania e in Veneto, all’estero principalmente in India e Gran Bretagna.
Architetto Lampugnale, lei è specializzata in interior design. Come nasce questa sua passione?
Sono appassionata da sempre di design. Ho studiato architettura a Firenze, poi un Master di alta Specializzazione a Milano. Per lavoro ho viaggiato molto all’estero. Oggi il nostro studio, Atelier Lampugnale Morando, unisce la mia esperienza nel mondo dell’interior design a quella dell’architettura alla grande scala del mio socio, Giuseppe Morando. La nostra esperienza internazionale, maturata anche attraverso collaborazioni con studi in Europa ed in Asia, ci permette di poter coniugare la dimensione locale a quella globale e quindi di seguire clienti anche all’estero.
Dove trova la sua ispirazione?
Oggi, soprattutto dopo la pandemia, è cambiato il concept dell’abitare. Mi interessa molto il fenomeno delle “Grandi dimissioni”: il cambiamento di vita e del modo di lavorare delle persone. Come incide la flessibilità nell’organizzazione dello spazio. Le persone hanno bisogno di case più leggere, perché vivono situazioni in costante mutazione. Questo per me è fonte di ispirazione: gli ambienti che cambiano e rispondono alle nuove esigenze di vita.
Questo è un altro fenomeno interessante: come la migrazione dalle zone rurali e dai piccoli centri trasforma le città. Attraverso un progetto recente per L’Hortus Conclusus di Benevento abbiamo anche esplorato un nuovo percorso sul valore storico e artistico di alcune aree delle nostre province. Coniugare l’arte all’utilizzo di spazi aperti alla città è una sfida ed un percorso che le città italiane potrebbero intraprendere per aggiungere valore agli spazi urbani.
Ma è anche vero che pandemia e smart working hanno cambiato l’utilizzo degli spazi abitativi anche nei piccoli centri.
Esatto. Durante il Covid abbiamo assistito ad un ripopolamento dei piccoli centri, c’era la possibilità di trasformare questa tendenza in qualcosa di più duraturo. Ma è stata solo un’illusione: per la mancanza di servizi e infrastrutture mi sembra che il fenomeno dello spopolamento dei paesi sia ripartito. Un’occasione persa.
Parliamo del suo lavoro di progettista. Come sceglie i materiali?
Il marmo è la mia prima scelta in assoluto. E’ la cosa migliore per ambienti di alta qualità. Naturalmente dipende dal target dei clienti, dal budget. Fortunatamente molto spesso ho piena libertà creativa sui progetti, lascio che a guidare sia il mio intuito: per questo il marmo, con la sua varietà cromatica, con il suo essere sempre un pezzo unico, la sua capacità di impreziosire l’ambiente, resta la mia priorità nella scelta dei materiali.
Qualche anno fa ero nella sede di Antolini a Milano, dovevo fare una casa a Roma. Per la lavorazione mi consigliarono di rivolgermi ad Artemarmi. Io amo scegliere i materiali, girovagare tra i blocchi, selezionare le lastre. Scoprii in Artemarmi un ottimo fornitore, da subito. Già nella sede di Alatri vedi la differenza: lo showroom, un ufficio tecnico per gli esecutivi, il laboratorio con macchinari specializzati. Lì capisci che non sei di fronte ad un semplice marmista, ma ad un’azienda strutturata, con grande conoscenza del mercato grazie alla quale puoi avere un pieno controllo della progettazione. Trovai nel titolare, Massimiliano Testani, un consulente esperto e grande conoscitore di marmi. Ogni volta ci porto i miei clienti molto volentieri, consapevole di avere un’ampia scelta di materiali e potermi confrontare con professionisti altamente specializzati. La cosa molto utile, da architetto, è quella di avere un referente unico sempre disponibile a trovare soluzioni.
Il marmo è ancora un materiale così decisivo negli arredi?
Da secoli il marmo è il materiale più utilizzato negli arredi di qualsiasi tipo di costruzione: che sia un palazzo reale, una cattedrale del seicento, una residenza privata. E’ ancora così. E’ un materiale pregiato, che rende esclusiva la tua casa. Penso sempre che il pavimento sia decisivo per la realizzazione dell’arredo. E’ il fondamento di ogni progetto. Se hai un pavimento brutto, puoi metterci qualsiasi cosa, ma resta brutto. Quando è possibile utilizzo il marmo non solo per cucine e top ma anche per altri ambienti della casa, a volte lo utilizzo insieme a materiali diversi come il legno, e il risultato è molto bello. Ma il marmo resta sempre il punto di partenza per la costruzione cromatica di ogni mio progetto.
N.d.R. Nelle foto alcuni lavori di Laura Lampugnale (Studio associato Atelier Lampugnale Morando)
Foto di Paolo Giocoso (IG: paolo_giocoso_worldvisions)
Contatti: www.lauralampugnale.com; www.almatelier.it